20 aprile 2012

Massaggio Sportivo

Il fine del massaggio sportivo è quello di aumentare la capacità di prestazione dell'atleta, ma anche di propedeutica ad un allenamento corretto e sicuro, in quanto con opportune tecniche massoterapiche si riducono drasticamente le probabilità di subire traumi durante l'attività sportiva e pertanto riveste un ruolo importante nel sistema di preparazione degli atleti.
Il massaggio sportivo trova applicazione non solo prima di una gara, ma anche tra una competizione e l'altra o dopo la gara stessa. 

Il massaggio di preparazione ha funzioni di riscaldamento in quanto genera calore aumentando la temperatura della pelle e dei muscoli, pronti a contrarsi con la massima velocità e forza e migliora la mobilità articolare preparando alle massime ampiezze richieste dalla prova in particolare, grazie anche agli stiramenti ed alle mobilizzazioni passive associate.

La sua durata, quindi, dipende oltre che dal tipo di sport, dalle caratteristiche individuali dell'atleta. Il massaggio post-gara è inteso anche come massaggio di recupero dopo lo sforzo, ed è rivolto ad accelerare lo smaltimento della fatica evitando la comparsa di indolenzimento muscolare. Si cerca di favorirne al massimo l'eliminazione eseguendo il massaggio dopo le gare o gli allenamenti in dipendenza del grado di affaticamento. La durata del trattamento dipende dal tipo di sport e dalle esigenze dell'atleta che, può aver bisogno di un massaggio completo o localizzato alle aree muscolari che hanno sopportato il maggior carico.






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12 aprile 2012

Lavanda Vera (L. angustifolia)

Un tempo veniva usata per "sistemare lo stomaco" , ma soprattutto come acqua cosmetica, insettifugo e per profumare la biancheria. 


Alcune gocce di lavanda nel pediluvio caldo sono molto efficaci nell'alleviare la stanchezza. 
Applicato esternamente da sollievo al mal di denti, nevralgie, strappi e reumatismi. 

E' benefico in caso contusioni, ustioni, forfora, mal d'orecchi, morsi e punture di insetti, psoriasi, tricofizia, macchie, tutti i tipi di pelle, scottature solari, ferite, lombaggini, algie e dolori muscolari, reumatismi, distorsioni, asma, bronchite, catarro, alitosi, infezioni della gola, pertosse, crampi addominali, coliche, flatulenza, nausea, cistite, influenza, depressione, cefalea, insonnia, tensione premestruale, sciatica, collasso, vertigini.
Non è tossico ne irritante e non produce effetti di sensibilizzazione


11 aprile 2012

Samvahanam Abhyanga

Samvahanam Abhyanga è un massaggio Ayurvedico rilassante e riequilibrante eseguito su tutto il corpo. 


Nell'esecuzione di questo trattamento si utilizza un'abbondante quantità di olio caldo in modo da poter frizionare il corpo evitando l'attrito delle mani sulla cute. 

Può essere fatto sia sul lettino che sul futon e viene eseguito con manualità che spaziano dalla frizione all'impastamento, dallo sfioramento alla pressione. 

Samvahanam Abhyanga promuove la rigenerazione dei tessuti e favorisce un buon funzionamento degli organi, in oltre ha la capacità di portare chi lo riceve in uno stato di profondo rilassamento e benessere psicofisico.





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10 aprile 2012

Padabhyangam

Padabhyangam è il massaggio dei piedi e delle gambe, questo termine è composto da pada il cui significato è piede e abyangam che come abbiamo già visto vuol dire "esercizio sul corpo". 
Vi sono vari stili di Padabhyangam in India, ma la funzione principale di questo trattamento è il riequilibrio del dosha Vata.
Viene eseguito stimolando inizialmente i punti marma presenti sui piedi e sulle gambe e successivamente si massaggia il piede, si prosegue sul polpaccio, sulla coscia terminando sul gluteo. 
Previene la secchezza della cute, le screpolature, e la ruvidità della pelle, la sensazione di intorpidimento, affaticamento, sciatica, crampi, e contratture muscolari. Utile in caso di insonnia e stanchezza.
In India è comunemente praticata come rito quotidiano, soprattutto prima di andare a dormire.
Un proverbio indiano riassume bene questa pratica: "La malattia non va nei pressi di chi massaggi i piedi prima di dormire, proprio come i serpenti non si avvicinano alle aquile".






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9 aprile 2012

Thandabyangam

Thandabyangam è il massaggio della schiena, questo termine è composto da thandu che vuol dire colonna (vertebrale) e abyangam che come abbiamo già visto vuol dire "esercizio sul corpo".
Viene eseguito da solo oppure integrato ad una sessione completa di massaggio.

Il massaggio di questa parte del corpo rilassa e decontrae la muscolatura di spalle e schiena, 
aumenta la mobilità delle scapole e allenta le tensioni a livello dorsale e lombare, in oltre aiuta l'allineamento della colonna, migliora la circolazione del fluido cerebrospinale e rafforza il sistema nervoso.

E' proprio lungo la colonna vertebrale che vengono localizzati i cinque chakra, Muladhara, Svadhisthana, Manipura, Anahata e Vishuddha.

I chakra non possono essere massaggiati direttamente perchè sono parte del corpo sottile, ma sono collegati agli organi del corpo fisico, attraverso il sistema nervoso e le ghiandole endocrine, quindi è possibile influenzarli con il massaggio.


Shiroabyangam e Skandhabhyangam

Shiroabyangam, termine sanscrito che sta a significare "massaggio della testa", infatti shiro vuol dire testa.
Si esegue preferibilmente al mattino con l'ausilio di oli con proprietà rinfrescanti in quanto la testa ha sempre bisogno di essere rinfrescata a causa dei pensieri e preoccupazioni da cui spesso è pervasa.
Questo trattamento pacifica la mente e apporta un senso di benessere che aiuta ad affrontare al meglio il resto della giornata.
Può essere eseguito da solo o accompagnato al massaggio seduto alle spalle, Skandhabhyangam.


6 aprile 2012

Abyangam (Massaggio Ayurvedico)

Abyangam è un termine sanscrito composto dalle parole abyasa che significa esercizio e angam il cui significato è corpo, quindi "esercizio sul corpo".
Secondo un'altra interpretazione Abyangam deriva da abhi "tutte le direzioni" e angam , corpo o parti del corpo per cui il significato in questo caso sarebbe "applicazione (di olio) in tutte le parti del corpo". 
Nel rispetto della tradizione indiana è corretto utilizzare il termine Abyangam per definire la pratica che lo compone; un'insieme di manipolazioni, stimolazioni, massaggi e applicazioni. Definirlo massaggio indiano o ayurvedico non è esatto anche se ormai è entrato nell'uso comune. 
I trattamenti vengono applicati a secondo della costituzione e dei tessuti.
Vatabyangam è il massaggio per persone cioè con eccesso di Vata; si esegue partendo dalla schiena con manualità decise e riscaldanti. 
Pittabyangam è indicato per persone con eccesso di Pitta; si esegue partendo dalla testa e l'esecuzione avrà caratteristiche di calma e dolcezza. 
Kapabyangam è consigliato per persone con eccesso di Kapha; si esegue partendo dai piedi ed è stimolante ed energetico. 

 
 
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1 aprile 2012

Tridosha: Vata Pitta e Kapha

Secondo l'Ayurveda, all'inizio il mondo esisteva in una condizione immanifesta di coscienza assoluta. Da quello stato iniziarono a manifestarsi le vibrazioni del primo suono, il silenzioso Aum. Da questa vibrazione nacque l'elemento Etere, i cui lievi movimenti cominciarono a produrre, dopo qualche tempo, l'elemento Aria. Il movimento dell'Etere, formava attrito e questo produsse calore. Da particelle di questo calore originario si formò la luce, che generò, a sua volta, l'elemento fuoco. Con il calore del fuoco si dissolse parte dell'etere, liquefacendosi nell'elemento Acqua. Questa a sua volta solidificò formando le molecole dell'elemento Terra.

I cinque elementi, etere aria fuoco acqua e terra concorrono a formare i tre Dosha, Vata (composto da Spazio e Aria) Pitta (composto da Fuoco e Acqua) e Kapha (composto da Acqua e Terra), necessari per determinare la costituzione individuale, lo stato di salute, i trattamenti da effettuare, le indicazioni per mantenere la buona salute, la routine giornaliera e stagionale, le terapie di purificazione, tonificazione, l'esercizio fisico, la dieta etc.
Dosha significa letteralmente "ciò che contamina", quindi dosha è ciò che contamina, a livello filosofico, la purezza originaria del Purusha che per fare esperienza si manifesta nella materia, a livello fisiologico, i costituenti naturali del corpo. In altri termini i dosha sono i fattori patogeni del corpo. Queste tre energie di base sono le forze vitali primarie, vengono chiamate anche umori biologici o costituenti corporei.
I Tridosha sono alla base della vita, della crescita e della maturazione dell'organismo, in tutti gli esseri viventi possono aumentare, diminuire o danneggiarsi a vicenda dando origine allo stato di malattia.
Quando Kapha è in eccesso, si accumula principalmente in polmoni, gola, testa, lingua, naso, pelle, stomaco, vescica, braccia.
Quando Pitta è in eccesso, si accumula principalmente in stomaco, intestino tenue, fegato, sangue,occhi, viso.
Quando Vata è in eccesso, si accumula principalmente in intestino crasso, bacino, cosce, orecchie, ossa.


Ayurveda: Scienza della Vita

Ayurveda è una parola composta da ayu che significa vita e veda che vuol dire conoscenza. L'Ayurveda si occupa della vita nella sua totalità e i suoi principi hanno un valore universale. Questa conoscenza fa parte della tradizione vedica che la cultura indiana ha conservato per millenni.

L'Ayurveda si occupa della salute fisica, mentale e spirituale, si interessa di ciò che è normale e di ciò che non è normale o patologico. Secondo l'Ayurveda la salute non è solo assenza di malattia, ma è uno stato di benessere, di appagamento, una condizione di felicità fisica, mentale e spirituale. 
Il concetto di equilibrio espresso dall'Ayurveda non riguarda solo il perfetto funzionamento dei vari sistemi e organi, della psiche e dello spirito, ma si estende anche a un rapporto di felice convivenza con se stessi, con i familiari, con gli amici, con il lavoro, con il clima e la cultura in cui si vive, con i propri ideali, con le abitudini, con la verità, con il concetto del divino, etc.
A questo scopo l'Ayurveda si prefigge di eliminare il senso di separazione tra la Coscienza individuale, jiiva'tma e la Coscienza Suprema, parama'tmanah.

La storia dell'Ayurveda affonda le radici nel periodo vedico, risalente all'incirca a 12.000 a.C., a questo periodo risale il Rig Veda, un insieme di aforismi e mantra in lingua vedica, simile al sanscrito, recitati oralmente, in cui già  si espone il concetto di unione dei cuori e delle intuizioni. Risale invece al 5.000 a.C. il Yajur Veda, compilato come il precedente fuori dall'India sempre dalla civiltà vedica, un popolo appartenente all'odierne zone dell'Iran, Afghanistan e Pakistan.  Entrambi tramandati oralmente ed entrati a far parte della cultura indiana a seguito dello scontro avvenuto tra il pensiero vedico e la filosofia tantrica esistente a quell'epoca in India. Il Tantra soccombette ed i Veda presero piede in tutta l'India, ne seguì la compilazione di Sama VedaAtharva Veda
I testi che costituiscono la base della medicina ayurvedica antica e moderna sono le così dette Samhita (raccolte). Esse traggono origine dall'Atharva Veda, il quale già conteneva in se note concernenti la fisiologia, indicazioni erboristiche e teorie sullo sviluppo delle malattie; le Samhita sviluppano il materiale iniziale, lo riordinano e vi aggiungono nuovi concetti. Le principali sono: la Charaka Samhita, la Sushruta Samhita e l'Ashtanga Hrdayam, tutte opere per lo più in versi, scritte in sanscrito, seguendo determinate regole metriche.

La Charaka Samhita è la più importante e antica, fu composta dal grande medico e illuminato Charakacharya, eminente conoscitore della filosofia e dell'astronomia. Secondo la tradizione fu il dio Atreya a impartire direttamente gli insegnamenti a Charaka. Nel testo, infatti, si delineano le basi della medicina e delle terapie, in particolare si definisce che i due fini della scienza sono: la conservazione e il prolungamento della buona salute e la lotta contro la malattia. 
A questo scopo sono fornite indicazioni di grande importanza sulla raccolta, la preparazione e la conservazione delle medicine a seconda delle stagioni, oltre che note sui quattro aspetti principali dei medicamenti: gusto, potenza, effetto post-digestivo e azione specifica. 
Come tutte le medicine naturali anche qui viene enunciato come il successo delle cure mediche non dipende esclusivamente dal medico e dai medicamenti, ma anche dal paziente stesso. 
Tra le altre cose, la Charaka Samhita descrive nel dettaglio il concepimento e lo sviluppo del feto, l'anatomia del corpo umano, il funzionamento e il malfunzionamento dell'organismo, i tre Dhosha, oltre a eziologia, classificazione, prognosi e trattamento delle varie malattie, la scienza della ricostruzione dell'organismo (spesso tradotto come ringiovanimento).

Il grande maestro Sushruta, vissuto qualche tempo dopo Charaka, è considerato tradizionalmente l'autore della Sushruta Samhita, il secondo testo per importanza nella storia dell'Ayurveda. Sushruta fu autore di enormi miglioramenti nelle tecniche chirurgiche, arte in cui attuò una vera e propria rivoluzione.

Vagbhatacharya fu un grande sapiente indiano in campo ayurvedico, autore della Ashtanga Hrdayam "Cuore delle otto membra". Fu composta intorno al IV secolo d.C. il testo contiene la suddivisione tradizionale della medicina ayurvedica in otto branchie o "membra" principali: la medicina interna (kaya), la chirurgia (shalya chikitsa), l'oftalmotorinolaringoiatria (shalkya chikitsa), la psichiatria (bhuddi vidya), la pediatria (kaumarabhritya), la tossicologia (agada tantra), la pratica del ringiovanimento (rasayana) e la scienza degli afrodisiaci (vajikarna).

L'Ashtanga Hrdayam dopo una trattazione dei principi generali della scienza medica indiana parla perlopiù di Kayacikitsa o applicaziono terapeutiche. In quest'opera sono i sub-dosha di Kapha a essere trattati e descritti per primi, completando così la linea avviata dalle due opere principali precedenti e andando a costituire la struttura ayurvedica moderna, che vede i Tridosha Vata, Pitta e Kapha con i rispettivi cinque sub-dosha.
L'enfasi è posta in questo manoscritto sulla fisiologia del corpo e sui suggerimenti terapeutici in materiali di sostanze minerali e metalliche; in tal senso, l'approccio è qui meno filosofico e più pratico rispetto ai due illustri precedenti Charaka e Sushruta.




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