1 aprile 2012

Ayurveda: Scienza della Vita

Ayurveda è una parola composta da ayu che significa vita e veda che vuol dire conoscenza. L'Ayurveda si occupa della vita nella sua totalità e i suoi principi hanno un valore universale. Questa conoscenza fa parte della tradizione vedica che la cultura indiana ha conservato per millenni.

L'Ayurveda si occupa della salute fisica, mentale e spirituale, si interessa di ciò che è normale e di ciò che non è normale o patologico. Secondo l'Ayurveda la salute non è solo assenza di malattia, ma è uno stato di benessere, di appagamento, una condizione di felicità fisica, mentale e spirituale. 
Il concetto di equilibrio espresso dall'Ayurveda non riguarda solo il perfetto funzionamento dei vari sistemi e organi, della psiche e dello spirito, ma si estende anche a un rapporto di felice convivenza con se stessi, con i familiari, con gli amici, con il lavoro, con il clima e la cultura in cui si vive, con i propri ideali, con le abitudini, con la verità, con il concetto del divino, etc.
A questo scopo l'Ayurveda si prefigge di eliminare il senso di separazione tra la Coscienza individuale, jiiva'tma e la Coscienza Suprema, parama'tmanah.

La storia dell'Ayurveda affonda le radici nel periodo vedico, risalente all'incirca a 12.000 a.C., a questo periodo risale il Rig Veda, un insieme di aforismi e mantra in lingua vedica, simile al sanscrito, recitati oralmente, in cui già  si espone il concetto di unione dei cuori e delle intuizioni. Risale invece al 5.000 a.C. il Yajur Veda, compilato come il precedente fuori dall'India sempre dalla civiltà vedica, un popolo appartenente all'odierne zone dell'Iran, Afghanistan e Pakistan.  Entrambi tramandati oralmente ed entrati a far parte della cultura indiana a seguito dello scontro avvenuto tra il pensiero vedico e la filosofia tantrica esistente a quell'epoca in India. Il Tantra soccombette ed i Veda presero piede in tutta l'India, ne seguì la compilazione di Sama VedaAtharva Veda
I testi che costituiscono la base della medicina ayurvedica antica e moderna sono le così dette Samhita (raccolte). Esse traggono origine dall'Atharva Veda, il quale già conteneva in se note concernenti la fisiologia, indicazioni erboristiche e teorie sullo sviluppo delle malattie; le Samhita sviluppano il materiale iniziale, lo riordinano e vi aggiungono nuovi concetti. Le principali sono: la Charaka Samhita, la Sushruta Samhita e l'Ashtanga Hrdayam, tutte opere per lo più in versi, scritte in sanscrito, seguendo determinate regole metriche.

La Charaka Samhita è la più importante e antica, fu composta dal grande medico e illuminato Charakacharya, eminente conoscitore della filosofia e dell'astronomia. Secondo la tradizione fu il dio Atreya a impartire direttamente gli insegnamenti a Charaka. Nel testo, infatti, si delineano le basi della medicina e delle terapie, in particolare si definisce che i due fini della scienza sono: la conservazione e il prolungamento della buona salute e la lotta contro la malattia. 
A questo scopo sono fornite indicazioni di grande importanza sulla raccolta, la preparazione e la conservazione delle medicine a seconda delle stagioni, oltre che note sui quattro aspetti principali dei medicamenti: gusto, potenza, effetto post-digestivo e azione specifica. 
Come tutte le medicine naturali anche qui viene enunciato come il successo delle cure mediche non dipende esclusivamente dal medico e dai medicamenti, ma anche dal paziente stesso. 
Tra le altre cose, la Charaka Samhita descrive nel dettaglio il concepimento e lo sviluppo del feto, l'anatomia del corpo umano, il funzionamento e il malfunzionamento dell'organismo, i tre Dhosha, oltre a eziologia, classificazione, prognosi e trattamento delle varie malattie, la scienza della ricostruzione dell'organismo (spesso tradotto come ringiovanimento).

Il grande maestro Sushruta, vissuto qualche tempo dopo Charaka, è considerato tradizionalmente l'autore della Sushruta Samhita, il secondo testo per importanza nella storia dell'Ayurveda. Sushruta fu autore di enormi miglioramenti nelle tecniche chirurgiche, arte in cui attuò una vera e propria rivoluzione.

Vagbhatacharya fu un grande sapiente indiano in campo ayurvedico, autore della Ashtanga Hrdayam "Cuore delle otto membra". Fu composta intorno al IV secolo d.C. il testo contiene la suddivisione tradizionale della medicina ayurvedica in otto branchie o "membra" principali: la medicina interna (kaya), la chirurgia (shalya chikitsa), l'oftalmotorinolaringoiatria (shalkya chikitsa), la psichiatria (bhuddi vidya), la pediatria (kaumarabhritya), la tossicologia (agada tantra), la pratica del ringiovanimento (rasayana) e la scienza degli afrodisiaci (vajikarna).

L'Ashtanga Hrdayam dopo una trattazione dei principi generali della scienza medica indiana parla perlopiù di Kayacikitsa o applicaziono terapeutiche. In quest'opera sono i sub-dosha di Kapha a essere trattati e descritti per primi, completando così la linea avviata dalle due opere principali precedenti e andando a costituire la struttura ayurvedica moderna, che vede i Tridosha Vata, Pitta e Kapha con i rispettivi cinque sub-dosha.
L'enfasi è posta in questo manoscritto sulla fisiologia del corpo e sui suggerimenti terapeutici in materiali di sostanze minerali e metalliche; in tal senso, l'approccio è qui meno filosofico e più pratico rispetto ai due illustri precedenti Charaka e Sushruta.




- Trattamenti Ayurvedici Personalizzati -

Test per la valutazione della Vikriti

Oli Ayurvedici Erbalizzati Vata Pitta Kapha
scelti a seconda della propria fisiologia

Milano

Per Info & Prenotazioni: 348 48 08 994
oppure visita il mio sito: www.massoterapista.it



Nessun commento: