Il termine Trigger in italiano non viene tradotto, in quanto la sua versione nella nostra lingua corrisponderebbe a “grilletto”. Nella sua interpretazione più generica questa definizione sta ad indicare l’elemento o l’azione che attiva una reazione automatica spesso di proporzioni molto maggiori rispetto alla forza che l’ha innescata; in questo caso ci riferiamo al punto dal quale si innesca il dolore.
I noduli che diventano cronici possono trasformarsi in punti Trigger altrimenti detti Trigger points.
Questi agiscono come fattori di stress per il corpo e possono causare in modo spontaneo irritazione, dolore o sensibilità in un’altra regione, riferita come “area bersaglio”.
I PT e le loro aree bersaglio condividono le stesse vie nervose e sono connesse tra loro attraverso il sistema nervoso autonomo.
I PT possono essere “attivi” e perciò causare attività riflessa, senza essere palpati. Gli effetti riflessi e le disfunzioni che si sperimentano in regioni distanti dal punto trigger comprendono sintomi quali, l’ipersensibilità alla pressione, spasmo, debolezza o tremore dei muscoli volontari, l’ipertonicità o ipotono dei muscoli involontari che interessano soprattutto i vasi sanguigni, gli organi interni e le ghiandole.
Manifestazioni di questi cambiamenti nei muscoli involontari sono, per esempio, i livelli alterati di secrezione ghiandolare nell’occhio, nella bocca e nel tratto digestivo e i disturbi nel processo di eliminazione.
Tali disturbi possono essi stessi portare ad altre disfunzioni nei tessuti periferici.
A volte i punti trigger sono silenti e causano una sensazione prevalentemente di dolore, soltanto quando viene applicata loro una pressione o quando i tessuti nei quali sono localizzati vengono manipolati.
I PT si trovano più comunemente nei muscoli “accorciati”, ma possono anche essere localizzati in altri tessuti.
I PT hanno la propria origine in seguito a uno stress, una postura scorretta, un incidente o una caduta, una malattia, una tensione emozionale o anche una carenza di tipo nutrizionale etc.
La Terapia dei PT consiste nella stimolazione tramite pressioni manuali, lente e di diversa intensità, su determinati punti della struttura muscolare, in questo modo i dolori nel giro di qualche trattamento scompaiono.
In alcune situazioni, il tessuto cicatriziale può fungere come punto trigger e se non viene scoperto e trattato in breve tempo, può far sorgere sintomi riflessi in altre regioni. Questi cambiamenti possono essere localizzati nel tessuto connettivo o negli organi e perciò possono essere associati a patologie che, se trasformate ormai in croniche, potrebbero anche non rispondere al trattamento.